domenica 24 aprile 2011

Una discussione va' aperta

Ho ricevuto, è pubblico volentieri la seguente lettera del consigliere federale Rino Falanga. Una premessa, in questo campionato sono accaduti troppi fatti gravi, ultimo dei quali in un incontro di promozione (cito le parole della squalifica al dirigente, cinque anni) "atti di violenza con danno grave anche ad uno solo degli arbitri o impedimento alla prosecuzione dell'incontro".
A Telese un aggressione sempre ad uno degli arbitri ha avuto come conseguenza un ricovero in ospedale, e un'altra squalifica a 5 anni sempre ad un dirigente.
C'è del malessere, inutile negarlo, forte, malessere che non giustifica nessun tipo di violenza.
Desiderei aprire un dibattito, le mie considerazioni dopo la lettera che vorrei che leggeste con attenzione.

"ANCHE IO DICO BASTA ALLA VIOLENZA!
Cosa scatta nelle menti degli uomini che hanno superato la mezza età per colpire, in gruppo, un arbitro che ha l’età di un proprio figlio?
E se in questo atto di violenza viene coinvolto un giovane che pure ha 20 anni di meno, quanto pesa la responsabilità degli adulti?
E le conseguenze in sede civile e penale?
I cinque anni di squalifica del giudice sportivo sono bazzecole al confronto: brave persone la cui vita viene macchiata in modo indelebile per un atto di straordinaria follia!
Conosco molto bene il giovane arbitro, la vittima, per averlo avuto un anno con me come atleta, conosco i suoi genitori e come me in tanti nell’ambiente ne conoscono le virtù di umiltà e servizio con cui affronta tutti i propri impegni.
Un giovane di 22 anni che merita tutto il nostro rispetto perché sa essere educato e disponibile, testimone autentico, come tante decine di migliaia di giovani, della parola altissima di etica dello sport e della promozione umana di cui è permeata.
Ho avuto notizia delle persone che si sono rese protagoniste dell’aggressione, non le conosco direttamente ma la fonte è attendibile: “mai e poi mai avremmo potuto pensare che arrivassero a tanto perché si tratta di brave persone!”.
Ma allora cosa ha trasformato in bestie questi uomini in uno scenario invece di confronto e condivisione della manifestazione sportiva?
Non lo so e non ho la soluzione a questo quesito, si possono fare tante ipotesi ma non è questa la mia urgenza.
Ora è il momento di dire basta a questi episodi che non ci qualificano affatto e questo invito lo rivolgo a tutti i giovani che praticano la pallacanestro, ai piccoli e soprattutto ai grandi, ai loro genitori, ai tecnici e dirigenti, agli arbitri e agli ufficiali di campo, a tutti gli appassionati e sostenitori, basta!
Accettiamo gli errori dei nostri protagonisti, dei nostri figli e ricordiamoci che negli errori e nei figli rientrano anche, direi soprattutto, gli arbitri.
Tutti gli aspetti legati alla formazione, alle capacità relazionali, in questo momento passano in secondo piano: diamo un segno che è arrivato il momento di cambiare!
Siamo a Pasqua, sono i giorni in cui la Parola ci chiama ad “avere un cuore nuovo”, chiedo a tutti coloro che condividono questo pensiero di dare un segno di solidarietà: inviamo a tutti gli amici del basket il messaggio ANCHE IO DICO BASTA ALLA VIOLENZA!.
Ci sentiremo parte della stessa famiglia che ama il basket e rifiuta ogni forma di violenza.
Auguri di Buona Pasqua
Rino Falanga
Consigliere FIP Campania"

Alcune miei considerazioni, non tutte legate alla lettera del consigliere Falanga. C'è un malessre, diffuso e radicato, non me ne voglia il consigliere, persona che stimo per indiretta conoscenza, il presidente Totaro lo venera, e di riflesso anche io non posso che parlarne bene. Ripeto questo malessere ha radici profonde e anche lontane.
Per la mia educazione (nel senso dei principi che mi sono stati inculcati da bambino, poi da ragazzo, poi da giovane, ed ora sono maturati) e formazione culturale, non riesco ad unirmi al coro, e dire solo "Basta alla Violenza". La violenza, quella fisica, mi è contraria, da sempre.
Quello che vorrei sapere e perché c'è la violenza, anzi, più in particolare, perché scoppia la violenza in persone che da sempre sono considerate bravissime.
Radici che a mio parere derivano anche dalle regole e, da comportamenti da parte di dirigenti, atleti, allenatori ma, mi spiace dirlo, di arbitri, di giustizia sportiva. Ripeto non giustifico la violenza. Leggendo il regolamento, togliendo la parte che parla delle regole di gioco, il resto, tanto, troppo, sono norme che mettono su un piedistallo la classe arbitrale. Niente di più sbagliato, sono parte del gioco, non parte sopra il gioco. Ripeto, non giustifico e biasimo chi usa la violenza.
Dobbiamo fare tutti un passo indietro, senza aspettare gli altri.
Quest'anno ho subito la mia prima squalifica, 10 giorni, pari a due turni , per alcune parole dette ad un arbitro. Squalifica sbagliata o troppo severa? No, squalifica mite per le parole che avevo detto. Eccessiva per altre motivazioni. Ho dato, non direttamente, ma in maniera velata, del poco onesto ad un arbitro. Le mie parole? "Mi scusi sig.r ........, mi spiega perché quando lei arbitra contro il Senise, lei ha sempre due diversi metri di giudizio?" . Premetto, non ho urlato, non ho sbraitato, ma riconosco la gravità delle mie parole, non dette nemmeno a caldo, ma dopo un bel po'. Parole che nonostante la squalifica, non rinnego. Appunto parole. E non dette nemmeno daventi ad una folla, il rispetto delle istituzioni ci deve essere, ed in campo l'arbitro è un'istituzione.
Una curiosità, se un dirigente sbaglia viene inibito, se un atleta sbaglia viene squalificato, se un arbitro sbaglia? Risposta, viene messo a sedere, per qualche turno, mi dicono.
Qui c'è una manchevolezza: si dice, nessuno puo' appurare. Non lo leggo da nessuna parte. Il dirigente che sbaglia o l'atleta che sbaglia, viene, scusatemi l'eccesso verbale, "messo alla berlina" sui comunicati di omologazione dei risultati, con le decisioni del giudice sportivo. Un arbitro in punizione perché no?
Un'altra cosa, e come esempio prendo quanto accaduto alla nostra squadra in questo campionato. A sorpresa, ci ritroviamo una multa di 150 euro perché i riscaldamenti erano spenti e una lampadina non si accendeva negli spogliatoi degli arbitri. Questa sanzione è stata comminata a seguito del referto arbitrale. Puo' sembrare una cretinata, ma invece è segnale di uno dei motivi di questo malessere, sempre a mio modesto parere. La mancanza di comunicazione, il piedistallo prima citato. Premetto due cose, ad ottobre accendere i riscaldamenti, qui a Senise, è vietato dalla legge (in realtà un regolamento ministeriale, a cui la legge demanda il calendario), il primo giorno per accendere i riscaldamenti è il primo novembre, l'ultimo il 30 aprile (quindi se fa freddo il primo maggio, arbitri del primo turno dei playoff siete avvisati, spogliatoi freddi), ma se uno dei due arbitri faceva uso di quella che è la prima e più importante regola del vivere comune, cioè il dialogo, prendevamo una delle stufette che abusivamente teniamo negli spogliatoi per quando fa' freddo davvero (gennaio, inizio febbraio) e l'accendevamo. E' così angusto e piccolo quello spogliatoio (ma di questo nessuno ci puo' fare una colpa) che bastavano 5 minuti per rendere confortevole la temperatura. Per non parlare della lampadina. C'è un armadietto nello spogliatoio locale, dove di lampadine ce ne sono tante. C'era bisogno di stare al freddo (ricordo la giornata, e tanto fredda neppure era) ed al buio quando bastava dire all'addetto agli arbitri, scusi presidente........? Per la cronaca, la multa dopo nostro ricorso ci è stata tolta, abbiamo pagato forse la stessa cifra all'avvocato, ma ne valeva la pena, era una questione di principio.
E voglio citare anche un episodio, lontano lontano, 8 febbraio 2009, Solofra - Senise. Mi scappa, mentre ero in panchina, insieme a tutti i ragazzi seduti con me un "passi", dopo che un atleta del solofra aveva platealmete (almeno per noi 7 ) fatto quell'infrazione del regolamento. Fischio, tecnico, indicando il sottoscritto. Giusto ci aveva anche avvisati prima.
Finita la partita, vado dall'arbitro e gli chiedo scusa, ripeto, chiedo scusa, per tutta risposta mi dice: non posso permettere ad un semplice scout (ero così iscritto a referto) di dirmi quando è passi. Arroganza? Certamente, ma non solo.
Ora sarò anche un semplice scout (quello che segna le statistice delle partite) ma sono sempre un dirigente, sempre uno dei componenti di questo sport, che non puo' fare a meno degli arbitri, non puo' fare a meno di regole ed ordinamento, non puo' fare a meno degli atleti, ma senza dirigenti, presidenti, questuanti per la ricerca di fondi (sponsor), appassionati da perdere il loro tempo appresso alla loro passione (mi scusino gli atleti, lo sono stato, ma la passione dei dirigenti spesso, se non sempre è maggiore della vostra, voi un rimborso spese lo avete, noi molte spese ce le accolliamo) il basket non esisterebbe.
Due episodi vi ho voluto raccontare, della mia esperienza, ma che denotano quelli che sono due dei fattori che andrebbero cambiati, la mancanza di dialogo, il rispetto degli altri ruoli, che se poi andiamo a vedere, sono due linee che convergono.
Altra cosa che non va', ed è un malessere diffuso, lo sento parlando con tanti dirigenti di altre squadre, il modo di trattare le stesse cose in maniera diversa dal giudice sportivo. Stessa infrazione, nessuna sanzione, in altri casi sanzione pesante. Mi viene detto, non è colpa del giudice sportivo, ma di quanto è scritto a referto. Rendiamo pubblici i referti allora.
E se è vero che non si può tenere conto delle prove video, almeno facciamo in modo che quando un referto non è del tutto veritiero, ne venga a conoscenza il designatore degli arbitri, e che questi prenda i suoi provvedimenti. E in questo modo tante voci di dietrologia sarebbero anche zittite.
Ripeto la violenza è da rifiutare, basta alla violenza, mi associo al consigliere Falanga. Però se vogliamo che il giocattolo non si rompa, tutti, dico tutti, facciamo un esame di coscienza, scendiamo dai nostri piedistalli, e facciamo in modo che tante brutture migliorino (che spariscano è impossibile). Autocritica.
Vorrei la vs opinione, e non solo, anche qualche suggerimento che possa servire a far migliorare tutto il nostro ambiente, per dirla con parole del consigliere Falanga, migliorare la nostra famiglia.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La discussione e' così complessa e articolata che diventa difficile svilupparla scrivendo, ma ci possiamo provare.
Premettiamo che questo malessere e' su scala nazionale e in tutti gli sport di squadra.
Nel nostro caso, parliamo di dilettanti, di persone ( dirigenti e atleti ) che non fanno della prestazione sportiva la loro principale attivita'.
Il tutto gira attorno a persone che fanno della passione la leva che li porta a coinvolgere altre persone.
Se uno rinuncia a frammenti di vita privata per dedicarli allo sport e' perche' c'e' passione .
I dirigenti sono tutti mossi da vera passione ?
Diciamo di si.
La stessa pero' viene ad essere minata quando l'organo supremo ( la Lega )deve gestire economicamente e politicamente il tutto.
Come ancora dice qualcuno, a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca.
Pensate veramente che Benevento e Monte pur avendo allestito delle corazzate e proprio per questo, non hanno nessuna peso politico all' interno della lega ?
Il pubblico e i giocatori interpretano quello che gli viene trasmesso .
E quindi si assiste a giocatori che prendono a calci e a testate i propri colleghi, al pubblico che inveisce in modo antisportivo nei confronti degli avversari, ad arbitri che magari messi sotto pressione !?! sbagliano, vengono malmenati.
Alla fine voglio dire che bisogna per prima ritrovare la passione ma soprattutto riuscire a trasmetterla, e accettare che sportivamente e politicamente....... il pesce grande mangi sempre il pesce
piccolo.
No so se sono riuscio a rendere l' idea, ci ho provato.
P.S. : ad esempio se Peppe scrive sul suo Blog il giorno di Pasqua e' passione. Esagerato !!!

Peppino Vignola ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Peppino Vignola ha detto...

Rispondo al Post-scrimpum: non è passione, e che ero troppo stanco per uscire.
Scrivere sul blog un commento il giorno di pasquetta è da appassionati. Tranne non si è in attesa che l'arrosto di agnello sia pronto :-))

Anonimo ha detto...

E' vero c' era da aspettare l' agnello, ma volevo anche intervenire al tuo invito.
Speriamo che in questi play off , dove ci danno perdenti gia contro l' Eosolare, recuperiamo un po di brillantezza e sportivamente ribaltiamo ogni pronostico.
La vedo dura ( Femminini e' la sua ombra, Palazzo non incide, Pairone infortunato etc.) ma ci spero.