sabato 1 maggio 2010

I cavalieri che rifecero l'impresa



Non ero io. Certo mi somiglia molto, a parte la pancia, lui ne ha più di me, ma, ripeto, non ero Io. Ieri in panchina alla partita era seduto un nuovo dirigente, che ripeto mi somiglia tanto, ma non ero io.

Ieri sera mentre Voi soffrivate, incitavate, urlavate, io, sempre per non rischiare l’infarto, ho preferito restare a casa a vedere il sequel del film “I cavalieri che fecero l’impresa”. Il titolo è veramente brutto, fa troppo riferimento al precedente per evidenti ragioni di botteghino: “I cavalieri che rifecero l’impresa”. Tanto vale chiamarlo allo stesso modo e metterci un due. Tipo Rocky 2, Arma Letale 2, Terminator 2 e così via..

Voglio raccontarvelo, sempre se non avete niente di meglio da fare, tipo leggere la cronaca della partita sul sito sport del senisese o il servizio video sulla siritide. (cliccate su per il link diretto)

Inizia naturalmente con un flash-back del precedente film. I dieci cavalieri salgono su un battello e riescono a scappare. I migliori difensori della Città Stato di Torre del Peloponneso, ad un passo dal traguardo, ad un passo dal recuperare la sacra sindone, si vedono beffati.

Il coach, chiedo scusa, il console Patrizio, che è il condottiero delle guardie Torresi, organizza subito i suoi, un drappello prende un imbarcazione e segue quello dei nostri eroi.

Non sa che padre Vincenzo Marius, da buon confessore è come tutti gli uomini di chiesa, lungimirante. Infatti la partenza in battello è solo uno stratagemma per prendere subito un vantaggio. In realtà sulla nave è salito solo il Guerriero Dino della Montagna, che ancora non è al meglio, dopo le ferite di una precedente battaglia, precedente anche all’impresa di Torre. Tutti gli altri saltano subito in acqua e si dirigono verso una piccola “cala”, dove sono nascosti i cavalli, accuditi dal dirigente, sempre al basket penso, volevo dire il Visconte di Capalbia ed il cavaliere Philip, che sembra un ragazzo, ma è giovane temprato da tante battaglie. La fuga prosegue per via terra, con i cavalli che galoppano veloci.

Il console Patrizio subito si accorge dello stratagemma, e corre ai ripari. Invece di proseguire tutti alla rincorsa, organizza un piccolo drappello, i dieci migliori cavalieri del Peloponneso.

La strada è lunga, molto lunga, quaranta minuti, cioè quaranta miglia. I cavalieri torresi si avvicinano, e con essi i combattimenti. I primi scontri vedono protagonisti il Marchese du Corporelle, sir Agustin Kreiber, Cristiano del Friuli, il conte Rocco Palacio ed il principe della Galizia. Padre Vincenzo Marius trattiene con sé il maresciallo Durand, c’è bisogno di protezione per la sacra sindone, ma il maresciallo soffre, e non resta altro da fare che mandarlo in campo, a confrontarsi con le truppe avversarie.

Sono scontri leali ma molto duri, interviene anche il giovane barone Rosario della Sassonia. Fra i cavalieri Torresi si batte come un leone il generale De Bovery, aiutato dai conti Alo del Garofalo e il monaco guerriero Little Paolo. I cavalli dei difensori Torresi, ora però attaccanti, sono più stanchi, più frastornati, non conoscono bene il territorio, ed il vantaggio dei nostri eroi arriva a 19 punti (volevo dire anche a 190 metri). Ci sono ancora duelli, in campo entrano anche il cavaliere di fresca nomina Sal Pernice, che subito colpisce con un bell’affondo un avversario, poi tocca respingere l’ultimo attacco al giovane scudiero Gianmarì della casata delle Rose, affrontare e vincere l’ultimo scontro. Le porte della città sono vicine, sulle mura la gente acclama, urla festeggia. Le porte si chiudono, si sente la sirena, la fuga è finita, il popolo urla “Semi – final, Semi. Final”. Tutti si abbracciano, tutti festeggiano, alla presenza anche di due dei miu’ importanti prelati della cittadina stato di Senis, il vescovo Auxilium ed patriarca Citierre. Il film sembra alla fine, ma come tutti i film di successo, viene lasciato uno spiraglio. Arriva con la sua aria sorniona, il conte Rocco Palacio, l’avventuriero del gruppo e sottovoce, ma in modo da farsi sentire dagli altri cavalieri: Che ne dire di andare a recuperare i sacro Gral? L’informazione mi è costata parecchio, ma ho saputo che è nascosta nella fortezza di Monte di ……………” Non sono riuscito a sentire di più. Uffa, sembrava tutto finito, credo invece che dovrò vedere un nuovo film.

Ripeto, non sono pazzo (almeno spero), ho scritto questa non tanto breve storia un po’ su richiesta di alcuni miei fan (strano, ma vero, o mi prendono per il c...), un po’ su richiesta di alcuni dei giocatori, che hanno trovato divertente il precedente post. Un po’ anche per non essere retorici nel festeggiare questo bellissimo momento, storico perché ripete il nostro miglior risultato dalla fondazione della società, le semifinali, raggiunte anche due anni fa (in panchina Tiziano De Angelis). La partita l’avete vista tutti, ben giocata, con delle prestazioni individuali eccezionali, di tutti. Dalla grinta di Rocco Palazzo, anche miglior marcatore, che nonostante un inizio disastroso nel tiro da tre (ma solo nel tiro da tre, per il resto una forza della natura), ha poi cominciato a segnare bombe con una precisione straordinaria E che dire del cecchino Marchese (percentuali da brivido), della sua difesa sugli avversari. Galindez è sempre una certezza, Durante ieri ha fatto delle entrate spacca avversari, è tornato il nostro “magic”. Un bravo come al solito alla pulce Pernice e a Rosario Sassano. Bravo anche a Gianmaria Lerose, che al primo allenamento dovrà portare i dolcini per il suo esordio nei tabellini dei play-off, abile a sfruttare nel migliore dei modi un contropiede. Pero voglio finire le mie lodi parlando di Cristiano del Friuli, conosciuto anche come Christian Femminini. Ieri è stato spaventoso, non solo ogni pallone ricevuto in area era un canestro, non solo ha preso una quantità industriale di rimbalzi (lo fa sempre), ma ha fatto ben 9, dico nove, stoppate (vabbè, su una hanno fischiato fallo, non siate così pignoli).

E infine che dire di Enzo Maria. Abbiamo una squadra, che con tutte le grandi individualità, gioca da squadra. Prima eravamo tante individualità capaci di vincere anche contro la squadra più forte del campionato, ma capace di perdere con squadre tecnicamente inferiori, perché ognuno giocava da sé e per sé. Non dimentichiamo che negli ultimi 10 incontri abbiamo vinto 8 volte, perdendo di 1 punto ad Arzano e di 3 punti a Mugnano.

Saluto tutta la squadra del Torre del Greco, dai giocatori, ai dirigenti, al coach al pubblico, sia quello che ha seguito la squadra a Senise, sia quello che ha supportato con tanto calore i propri beniamini a Torre. E vi auguro di cuore che la federazione tolga o almeno riduca le due giornate di squalifica del campo.

Ultima cosa, doverosa ma che faccio con piacere. Ottimo l'arbitraggio, pochi errori, e un' uniformità di giudizio esemplare.

Ora una domenica di riposo, al prossimo incontro ci penseremo da lunedì.

NB. Lo sò, sono ripetitivo. Guardate l'ora, ho scritto come sempre tutto di seguito, senza un vero controllo. Se ci sono errori od orrori perdonatemi, domani a mente lucida e principalmente sveglia, correggo. Si accettano suggerimenti

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Tu tanto normale non sei

Peppino Vignola ha detto...

quoto in pieno

Vincenzo Cozzolino ha detto...

Non è vero....è stato molto divertente !!! Ahahah