lunedì 26 aprile 2010

I cavalieri che fecero l'impresa


Non è vero che ieri sono andato alla partita di Torre del Greco. Lo confesso avevo paura di un’altra partita a rischio infarto e quindi ho preferito guardarmi un film.
Mi è piaciuto così tanto che voglio raccontarvelo. Il regista è uno dei più bravi Italiani, Pupi Avati e l’opera ha un bel titolo: “I cavalieri che fecero l’impresa”.
E’ ambientato dopo la settima crociata, che come ho appreso dal film fu una sonora batosta per Re Luigi IX di Francia. In termini cestistici, gli unici che conosco, squadra fatta per la promozione, a fine campionato si ritrova a lottare per evitare i play-out. Durante il viaggio per trasportare le spoglie di Luigi IX in Francia, un gruppo di cavalieri, dieci per la precisione, riesce a sapere dove è nascosta la sacra sindone.
Sono tutti delusi per la crociata persa, ed hanno bisogno di “un ‘impresa” per risollevare non solo il loro morale ma quello di tutto il popolo seni….. scusate, la civiltà cristiana.
Sono dieci cavalieri, ed insieme al loro confessore, padre Vincenzo Marius, accompagnati dallo scudiero Loricato della Vigna, e avuta la benedizione del vescovo Mario Totarau, si incamminano verso la fortezza di Torre del Peloponneso.
Con uno stratagemma entrano nella fortezza ma trovano la reliquia molto ben protetta. Il popolo di Torre del Peloponneso è abituato a vincere, e non si aspettava un attacco così diretto.
Comincia subito la battaglia, sir Augustin Kreiber è il primo ad entrare nella mischia, un fendente a sinistra, uno a destra e riesce a mettere in panchina, cioè volevo dire fuori uso, due cavalieri torresi.
Il gruppo dei cavalieri si avvicina alla sacra sindone, e lì per prenderla (tipo quando in una partita di basket hai un vantaggio di 15 punti) ma la reazione dei difensori torresi è imperiosa, tanto imperiosa, e la sacra sindone sembra tornare in un posto sicuro (tipo quando in una partita di basket ti recuperano 15 punti e ti scavalcano, che né so’ 42-41, dando due numeri a caso).
Quando tutto sembra perduto, il carattere dei cavalieri, la loro determinazione li porta non solo a trovare la sacra sindone, ma a prenderla e cercare la fuga (tornando al paragone cestistico, come quando in una partita al terzo quarto arrivi a 24 punti di vantaggio).
Con la sacra sindone nelle mani i nostri eroi si difendono, ma ci sono i primi caduti. Il primo è il Marchese de Corporelle, poi tocca al gigante Cristiano del Friuli. I cavalieri rimasti però vendono cara la pelle, dal conte Rocco Palacio, al principe della Galizia, al maresciallo Durand, al cavaliere di fresca nomina Sal Pernice. E’ un vero assedio, ma riescono ad arrivare alla spiaggia, i cavalieri torresi cercano in un tutti i modi di riprendersi la reliquia, ma arriva il fischio finale dell’arbitro, volevo dire la nave che li porta in salvo.
Bel film, e come tutti i film riusciti bene, anche questo ha un sequel, che penso di affittare giovedì sera e di guardarlo alle otto di sera. Dal trailer qualcosa l’ho già capita, i cavalieri torresi cercheranno di recuperare la sacra sindone, a tutti i costi, sarà un assedio. Però chi lo sa come andrà a finire, speriamo che non ci sia anche il terzo film, sapete i sequel sono belli, ma uno basta.
Prima cosa che vi chiedo, non cercate di farmi rinchiudere in un centro di sanità mentale.
Non sono diventato pazzo (almeno spero). Il post è nato dalla parola che è stata usata per questo magnifico incontro, da me questa notte quando ho titolato il piccolo post “che impresa”, parola che ho visto ripetuta (a dire il vero è stata scritta prima di me, ma non potevo saperlo) anche nella prima pagina del “Quotidiano” della Basilicata. Il film l’ho visto davvero ( ma 2-3 anni fa) e ho fatto 2+2.
E’ stata davvero un impresa. Quest’anno abbiamo vinto delle belle partite, ma per intensità, per concentrazione, per qualità di gioco questa non ha avuto rivali. Anche perché davvero l’avversario è stato il più forte che abbiamo incontrato. Ha un roster di dieci uomini dieci, intercambiabili senza che la qualità della squadra ne venga a risentire. Ma il nostro gioco è stato superiore e la vittoria meritatissima.
E la voglia di vincere era tanta. Non voglio parlare di chi ha giocato meglio.
Voglio però mettere in evidenza che abbiamo vinto anche grazie all’umiltà, quella ad esempio di Agostino Kreiber, devastante nel primo e nel secondo quarto, ma che quando si è accorto di rendere di meno perché stanco (non dimentichiamo che da tempo si allena poco per un infiammazione al ginocchio) è stato lui a chiedere il cambio. In più ha mostrato anche la sua sportività, quando ha corretto una decisione arbitrale a nostro favore ma errata. Anche Palazzo ha avuto il coraggio di chiedere il cambio, e il nuovo entrato, la pulce Pernice ha subito rubato un pallone che si è trasformato in due punti.
Basta però gongolarci su questo successo, torniamo coi piedi per terra, Giovedì l’incontro sarà incandescente, il Torre del Peloponneso, scusate del Greco, è una squadra di categoria superiore. Ci vorrà una nuova “impresa” per portare a casa la vittoria. E un grande aiuto lo deve dare il pubblico: se vedo un solo posto libero in tribuna, mi arrabbio come …… Come non lo so, ma è meglio non vedermi arrabbiato.
Ultima cosa, speriamo che gli arbitri siano bravi come quelli di Torre. Una prestazione super la loro.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

grande peppì....

Peppino Vignola ha detto...

bravo titì

Peppino Vignola ha detto...

grazie Mary ma non utilizzare la mia password x i commenti, che figura ci faccio, i complimenti da solo?

;) ha detto...

Squalificato il campo di Torre del Greco per 2 giornate ;)

Peppino Vignola ha detto...

Mi sembra un'esagerazione. E poi dell'invasione non me ne sono proprio accorto.

redcippi ha detto...

Ciao simpaticissimo, scrivo da Torre del greco e seguo questo blog anche quando non sono direttamente interessato. Circa il tuo auspicio sugli arbitri io mi augurerei di trovare una coppia che ci faccia tirare 45 tiri liberi. Se a questo aggiungiamo come hai commentato la squalifica del campo penso proprio che i due uomini in grigio più che in malafede erano proprio scarsi.Questo senza voler sminuire la vostra impresa; ma mi sembra che non abbiano seguito un metro di giudizio lineare. Saluti e buona partita.

Peppino Vignola ha detto...

Hanno punito i falli. Nell'ultimo quarto ne hanno fischiato molti di più a noi, non perché non erano lineari, ma xché eravamo stanchi e quindi meno lucidi.